In modo più modesto, il titolo americano parla di un camper,
la marca del camper con cui i due personaggi, marito e moglie, del nostro
racconto, attraversano la Route
sixty six.
E qua sentiamo già tutta la difficoltà italiana ad accettare
i nomi per quello che sono. Un romanzo che ha il titolo di una marca di camper
sarebbe qui da noi sinceramente improponibile, perché ancora per noi, la merce,
le "cose" non hanno un'anima...
Subito il romanzo - per la voce di Ella - si ritrova a
"ribaltare" un vecchio adagio e stereotipo della letteratura
americana che elegge l' on the road a tematica privilegiata.
Vale ricordare che il termine polemico del romanzo di
Zadoorian può essere la letteratura beat, e lo straclassico On the road, con tre giovanotti
inzaccherati e con la barba, sparati verso il sud, il Messico come la nuova
"Terra Promessa" e una sorta di Paesaggio dell'Anima. Ma si può ben
citare anche Lo zen e l'arte della
manutenzione della motocicletta, e in maniera forse anche più profonda Lila, il secondo romanzo di Robert
Pirsig.
I nostri eroi sono perfetti "borghesi" americani,
e non hanno niente contro il kitsch americano, il suo mutar pelle, di fatto
sono in viaggio verso un "divertimentificio", Disneyland, su una
strada che di fatto "non c'è più" ed è stata divorata dalla
"ripetizione". Non viaggiano per ricercare una verità, uno stato di
coscienza alterato ecc. Non ricercano emozioni "sociali", in perfetta
solitudine e spinti da una sorta di "profezia" come Luna del Caldo
(Least Heat Moon, autore di Strade blu).
Un uomo che non riesce a far quadrare
le cose può sempre levare le tende. Può mollare tutto cercando di tirarsi fuori
dalla solita vita. Può mandare al diavolo il tran tran quotidiano e correre il
rischio di vivere il momento secondo le circostanze. è una questione di
dignità."
Ella e John sono in vacanza. E vacanza come trionfo del
kitsch. Oltrettutto sono anziani: acciaccati: lei ha avuto un tumore, lui ha
una sorta di Alzheimer o demenza senile.
Non dimentichiamo che è Ella la voce narrante.
Troveremo anche un "narratario": un voi, perché il
monologo di Ella è confidenziale e amichevole con il lettore, e comunicativo.
Non ci sarà ritorno. Un viaggio senza ritorno, con quella
etica della "vita dignitosa" e della possibilità "virile"
in qualche modo, e stoica della eutanasia, per cui si può rimandare per esempio
a un film molto bello di Clint Eastwood, Million
dollar baby.