Commento di Enrico a: Michael Zadoorian - In viaggio contromano

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In modo più modesto, il titolo americano parla di un camper, la marca del camper con cui i due personaggi, marito e moglie, del nostro racconto, attraversano la Route sixty six.
E qua sentiamo già tutta la difficoltà italiana ad accettare i nomi per quello che sono. Un romanzo che ha il titolo di una marca di camper sarebbe qui da noi sinceramente improponibile, perché ancora per noi, la merce, le "cose" non hanno un'anima...

Subito il romanzo - per la voce di Ella - si ritrova a "ribaltare" un vecchio adagio e stereotipo della letteratura americana che elegge l' on the road a tematica privilegiata.
Vale ricordare che il termine polemico del romanzo di Zadoorian può essere la letteratura beat, e lo straclassico On the road, con tre giovanotti inzaccherati e con la barba, sparati verso il sud, il Messico come la nuova "Terra Promessa" e una sorta di Paesaggio dell'Anima. Ma si può ben citare anche Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, e in maniera forse anche più profonda Lila, il secondo romanzo di Robert Pirsig.

I nostri eroi sono perfetti "borghesi" americani, e non hanno niente contro il kitsch americano, il suo mutar pelle, di fatto sono in viaggio verso un "divertimentificio", Disneyland, su una strada che di fatto "non c'è più" ed è stata divorata dalla "ripetizione". Non viaggiano per ricercare una verità, uno stato di coscienza alterato ecc. Non ricercano emozioni "sociali", in perfetta solitudine e spinti da una sorta di "profezia" come Luna del Caldo (Least Heat Moon, autore di Strade blu). Un uomo che non riesce a far quadrare le cose può sempre levare le tende. Può mollare tutto cercando di tirarsi fuori dalla solita vita. Può mandare al diavolo il tran tran quotidiano e correre il rischio di vivere il momento secondo le circostanze. è una questione di dignità."

Ella e John sono in vacanza. E vacanza come trionfo del kitsch. Oltrettutto sono anziani: acciaccati: lei ha avuto un tumore, lui ha una sorta di Alzheimer o demenza senile.
Non dimentichiamo che è Ella la voce narrante.
Troveremo anche un "narratario": un voi, perché il monologo di Ella è confidenziale e amichevole con il lettore, e comunicativo.

Non ci sarà ritorno. Un viaggio senza ritorno, con quella etica della "vita dignitosa" e della possibilità "virile" in qualche modo, e stoica della eutanasia, per cui si può rimandare per esempio a un film molto bello di Clint Eastwood, Million dollar baby.